Se io avessi un mondo tutto mio, là tutto sarebbe assurdo: niente sarebbe com'è, perché tutto sarebbe come non è. E,viceversa,ciò che è non sarebbe, e ciò che non è,sarebbe!

venerdì 19 marzo 2010

il Silenzio ha voce...


Usare il silenzio per trasmettere emozioni è lo scopo che si prefigge Kim Ki-Duk, regista coreano, nel film di cui vorrei parlarvi oggi. Il titolo è “Ferro3, La Casa Vuota” uscito nel 2004.


È una storia intensa e allo stesso tempo Viva..e con il termine “vivo” ci si riferisce alle vite degli altri, le vite nelle quali cerca di immedesimarsi Tae-suk il protagonista, che trascorre le sue giornate abitando delle case lasciate vuote dai rispettivi proprietari. Tae-suk conduce una vita regolare all’interno di queste abitazioni, come se le conoscesse da sempre; si muove con disinvoltura, dormendo sul divano, lavando i panni sporchi dei proprietari, soprattutto giocando a golf (un richiamo al titolo del film è per l’appunto il numero della mazza da golf utilizzata da Tae-suk, un elemento che accompagnerà i momenti salienti del film) e scattandosi delle foto negli ambienti di esse, come per immortalare quell’attimo di vita condotto nel mondo di altri. Un giorno, in una di queste case incontra una ragazza con dei segni di violenza sul corpo, causatigli dal marito. Decide di portarla con se in questo viaggio affascinante nel mondo dell’esistenza altrui; le loro anime sono in perfetta sintonia e la dimostrazione di questo è il continuo silenzio che contraddistingue le loro figure...sono i loro gesti, i loro movimenti a parlarci dell’amore che crescerà tra loro…sono esseri leggeri, capaci di non lasciare tracce fisiche nei luoghi da loro battuti, ma di trasmettere ad essi il colore delle loro esistenze…


Questo è un film che parla di solitudine e di amore, ma soprattutto della forza che può acquisire una relazione al di là delle parole e al di là degli elementi superflui che spesso si celano dietro di esse…


Kim Ki-Duk, con i suoi lavori, ha la capacità di farci avvicinare al cinema orientale, che basandosi sulla genuinità delle sensazioni riesce a toccare e stupire le nostre sensibilità.


A tal proposito, per chi abbia voglia di immergersi in paesaggi orientali con tanto di monaci buddhisti ed occhi a mandorla, mi piacerebbe consigliare anche altri film di Kim Ki-Duk quali: La Samaritana, Primavera, estate, autunno, inverno e…ancora primavera, L’arco.


con…Effetto


Caterpillar

3 commenti:

  1. cara Caterpillar, già dalla copertina orientaleggiante il film mi ha incuriosita...poi avevo anche sentito parlare del regista ma non ho mai avuto l'occasione di guardare qualcosa...quindi mi appropinquerò alla visione con molta curiosità e ti anticipo già che sarai chiamata a recensire anche il resto;)
    ps. "con Effetto" spacca!!!

    RispondiElimina
  2. Mad, sapevo che come sempre avresti gradito e soprattutto commentato!!ahahahah!!sono sicura che il film ti piacerà!!poi mi darai qualche tuo parere...

    RispondiElimina
  3. il mio interesse per i registi orientali viene accresciuto da questa accattivante recensione...grazie Caterpillar!! :-)

    RispondiElimina